Traduttore e interprete sono la stessa figura professionale?
Quando dobbiamo richiedere un servizio di traduzione e quando uno di interpretariato?
E infine, un traduttore è automaticamente anche un interprete e viceversa?
Scoprilo in questo articolo!
TRADUTTORE E INTERPRETE SONO LA STESSA COSA?
Tra studio e lavoro, sono ormai 10 anni che mi trovo immersa nel mondo della traduzione e dell'interpretariato e trovo che sia arrivato il momento di fare un po' di chiarezza in merito alla differenza tra queste due figure professionali. Quante volte nel corso degli anni ho tentato di spiegare la differenza tra un servizio di traduzione e interpretariato? Ormai troppe!
Sebbene una persona possa esercitare entrambe le professioni, il traduttore e l'interprete sono due figure professionali diverse, con competenze differenti e ruoli ben distinti.
È un po' come se confondessimo il compito di un notaio e di un avvocato: sono entrambi laureati in giurisprudenza, ma si occupano indubbiamente di cose differenti.
La differenza tra traduttore e interprete si potrebbe riassumere in un'unica frase, ma ci tengo a spendere due parole in più.
Primo punto su cui mi voglio focalizzare: il traduttore e l' interprete sono a tutti gli effetti delle figure professionali con un titolo di studio in "traduzione o interpretariato". Il traduttore non è una persona laureata in lingue e letterature moderne; e non si diventa automaticamente traduttore/interprete trascorrendo un periodo di studio e lavoro all'estero.
COSA FA IL TRADUTTORE?
Senza dilungarmi troppo, anche se ci ci sarebbero tantissime cose da dire, il traduttore è una figura professionale che lavora al computer e traduce testi scritti.
Estremizzando un po' la cosa per rendere l'immagine più chiara, una persona che esercita esclusivamente la professione del traduttore potrebbe anche chiudersi la bocca con il nastro adesivo mentre lavora, perché tanto la parola non è direttamente funzionale alla sua attività!
Anche se, ora che ci penso, quando lavoro a una traduzione mi ritrovo spesso a parlare, perché mi piace rileggere i testi ad alta voce. Ma questo è un altro discorso!
Il traduttore si occupa quindi di testi scritti, come Siti internet, documenti ufficiali, manuali tecnici, referti medici, brochure, contratti e così via.
COSA FA L'INTERPRETE?
Chi è l'interprete?
L'interprete, a differenza del traduttore, non può né chiudersi la bocca con lo scotch, né tantomeno permettersi di essere afono, dal momento che la voce è il suo strumento principale! Il compito dell'interprete è infatti quello di riportare verbalmente il discorso che un oratore sta pronunciando in un'altra lingua e può farlo adottando diverse tecniche, come la simultanea, la consecutiva o lo chuchotage. Tecniche che si apprendono esclusivamente all'università e che richiedono tanto, tanto esercizio e preparazione.
L'interprete lavora quindi in convegni internazionali, a conferenze, eventi, fiere di settore, presentazioni di autori stranieri, in occasione di interviste sportive e in tutti quei contesti in cui è richiesta interazione con un pubblico straniero.
DIFFERENZE TRA TRADUTTORE E INTERPRETE
Dopo aver illustrato brevemente i principali compiti del traduttore e dell'interprete, vediamo ora quali sono le principali differenze tra queste due figure professionali.
IL TRADUTTORE
L'INTERPRETE
- l'interprete parla
- L'interprete deve essere veloce a parlare, ad ascoltare, a riformulare
- l'interprete non può prendersi il tempo per pensare a riformulazioni, sinonimi, suoni delle parole
- l'interprete lavora sia in attiva che in passiva
- L'interprete deve gestire le sue emozioni quando parla in pubblico
- L'interprete dà priorità alla comunicazione
UN TRADUTTORE PUÒ FARE L'INTERPRETE O VICEVERSA?
Nessuno, nemmeno un traduttore con un'ottima formazione alle spalle, può improvvisarsi interprete simultaneista o consecutivista. Per apprendere le tecniche della simultanea e della consecutiva è indispensabile seguire un percorso accademico specifico.
Una buona formazione come quella ricevuta alla SSLMIT di Trieste e di Forlì fornisce a un traduttore gli strumenti adeguati per poter sviluppare competenze di interpretazione dialogica (o di trattativa). Allo stesso modo, se uno studente decide di specializzarsi in Interpretazione di Conferenza ma ha comunque conseguito una laurea triennale presso un ateneo competente come quello di Trieste, ha tutti gli strumenti a disposizione per diventare un buon traduttore, dal momento che sostiene esami come "Teoria della traduzione".
Ma ricordiamoci che non nasciamo imparati. Le tecniche di traduzione e di interpretariato si apprendono sì all'Università, ma si consolidano con l'esperienza sul campo e con il continuo aggiornamento professionale.
Ciò che conta è avere una buona formazione alle spalle e la voglia di crescere e migliorarsi costantemente.
IO SONO UNA TRADUTTRICE O UN'INTERPRETE?
Io lavoro sia come interprete di conferenza che come traduttrice.
Come mai?
Perché ho un titolo di studio in "traduzione specialistica e interpretazione di conferenza". Sono quindi formata per offrire servizi di interpretariato in simultanea, consecutiva e chuchotage, nonché per occuparmi di servizi di traduzione.
Negli anni mi sono in particolare specializzata nel campo dell'interpretazione italiano-tedesco, sia a livello aziendale che di conferenza, delle traduzioni giurate e delle compravendite notarili.
Ho vissuto e lavorato per diversi anni a Trieste, dove continuo a recarmi abitualmente per lavoro.
Ora vivo a Feltre, in Provincia di Belluno e mi sposto per lavoro in tutto il Nordest.
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