COS'E' UN ALBO?
Una cosa contro la quale lottiamo quotidianamente noi traduttori e interpreti è il fatto di non avere un ordine riconosciuto, un albo professionale.
Un albo è un registro ufficiale che attesta l'appartenenza di un soggetto a un ordine professionale. Questo registro non è tuttavia da intendersi come un mero elenco di nominativi di professionisti che esercitano una data professione. Gli ordini professionali vengono infatti sottoposti alla sorveglianza da parte del Ministero della Giustizia, il quale controlla, fra le varie cose, le modalità di accesso all’ordine, il rispetto del codice deontologico, la qualità dei servizi e l’aggiornamento professionale. L’obiettivo principale di un albo è quindi quello di evitare esercitazioni illegittime, ad esempio da parte di persone che non possiedono un titolo di studio.
Noi tutti conosciamo sicuramente l’albo degli avvocati, dei medici e dei commercialisti, ma in Italia esistono anche altri albi meno conosciuti, come quello degli agronomi, dei geologici o degli attuari.
E perché il fatto che non esiste un albo dei traduttori e degli interpreti rappresenta una grave danno per la nostra figura professionale?
Dal momento che non esiste un disciplinare che regola le modalità di esercitazione della professione, il titolo di studio o le tariffe, ogni anno tentano di immettersi sul mercato persone che non solo non sono in possesso di un titolo di studio congruo, ma non possiedono nemmeno le competenze per svolgere la professione.
Queste persone che si spacciano per traduttori e interpreti vanno a rovinare il mercato e rappresentano una minaccia sia per i professionisti, che devono lottare contro una concorrenza sleale, che per i clienti che finiscono nelle mani di persone prive di competenze.
Il problema non risiede solamente nel fatto che la figura del traduttore e dell’interprete non sia riconosciuta a livello giuridico, ma anche nella triste realtà che queste figure professionali talvolta non vengono riconosciute dalla società. Cosa significa? Che troppo spesso si pensa che conoscere una determinata lingua faccia di noi dei traduttori e degli interpreti e questa credenza va a togliere un immenso valore alla figura professionale del traduttore e dell’interprete.
Sarebbero un po’ come dire che conoscere il corpo umano fa di noi dei medici. Vi pare corretto?
Il traduttore e l’interprete, oltre che ad essere, tra l’altro, due figure completamente diverse, come ho spiegato nell’articolo precedente: traduttore o interprete? sono anche due figure altamente specializzate e con competenze specifiche. La mera conoscenza di una lingua straniera non può fare di noi dei traduttori o degli interpreti, perché dietro al lavoro di queste figure professionali si celano moltissime competenze e abilità traduttive e interpretative che senza un titolo di studio o una formazione congrua non possono essere acquisite.
Affidarsi a un traduttore improvvisato per la traduzione, ad esempio, di un sito internet è come chiedere al cugino bravo a fare le foto con il cellulare, di occuparsi del servizio fotografico per il nostro matrimonio. Siamo sicuri che sia la scelta giusta?
COS'E' AITI?
Dal momento che, purtroppo, non esiste ancora un albo ufficiale dei traduttori e degli interpreti, nel 1950 è stata fondata AITI, l’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti con lo scopo di riunire sotto un unico ombrello i traduttori e interpreti di tutta Italia in possesso di un titolo di studio idoneo o di compravate esperienze in campo traduttivo/interpretativo.
Oltre ad AITI, in Italia esistono anche altre associazioni simili come ANITI o ASSOINTERPRETI, le quali, seppur indipendenti, sono legate da uno scopo unico: rappresentare la professione, tutelare gli interessi dei loro membri, promuovere l’aggiornamento professionale e definire un codice deontologico.
Io sono un membro aggregato di AITI per la sezione Veneto e Trentino-Alto Adige.
COS'E' L'ALBO CTU DEL TRIBUNALE?
Ogni tribunale d’Italia istituisce l’albo dei consulenti tecnici d’ufficio, un elenco di professionisti ai quali può rivolgersi il Giudice quando ha la necessità di essere assistito per il compimento di un processo o di un atto. Per poter essere iscritto al CTU è necessario fare richiesta al tribunale ed essere in possesso di specifiche competenze e titoli di studio. L’albo dei CTU è suddiviso in base alla categoria professionale e tra le categorie di esperti troviamo anche i traduttori e gli interpreti.
Finalmente un albo per traduttori e interpreti! Non proprio! È sicuramente positivo il fatto che esista un albo dedicato ai traduttori e agli interpreti. Ma ciò che, ahimè, fa rabbrividire sono le parcelle che vengono riconosciute ai professionisti per le traduzioni o per l’assistenza linguistica durante un processo. Si tratta questa di una tematica molto delicata per noi traduttori e interpreti soprattutto perché conosciamo la situazione all’estero, dove in molti paesi esiste innanzitutto un albo nazionale dei traduttori/interpreti e, secondo punto, il traduttore giurato è una figura riconosciuta e tutelata.
CONCLUSIONI
C’è sicuramente ancora molto lavoro da fare e non sarà di certo facile colmare questo gap legislativo in Italia, ma nel frattempo noi professionisti cerchiamo di sensibilizzare la società in merito a queste figure professionali, al fine di diffondere la giusta conoscenza sul lavoro dell’interprete e del traduttore e affinché il cittadino, dallo studente che deve tradurre il proprio diploma di laurea, all’azienda che ricerca un interprete per un evento importante, possa affidarsi a un professionista con la P maiuscola.
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Claudio (martedì, 05 marzo 2024 14:42)
Per fortuna che non c'e. Cosi possono farlo in tanti. Il problema dell'Italia e' che ogni professione vuole proteggersi dalla concorrenza, e alla fine non trovi nessuno che puo fare questa cosa per te, o costa un capitale. Basta con questa burocrazia stupida!